News

Ex Novo

Solo exhibition, Pio Monte della Misericordia, Napoli

April – September 2022


The project Ex Novo concerns Art itself, exploring the visual clues which trigger the creative process. We are living in difficult times, in the midst of epidemics, conflicts, migration, violence that is reminiscent of a historical reoccurrence, the seventeenth century, the “Century of Rage” which saw the birth of the Pio Monte della Misericordia.
Ex Novo highlights the feelings of empathy and compassion towards frail, vulnerable people.
It is composed by six picture that, between April and September 2022, surrounds Caravaggio’s masterpiece, Seven acts of Mercy.
Loosely based on details of great baroque painting, they interpret the ethical mission based on solidarity of the Pio Monte in accordance with the logic and urgency of our time.

Ex Novo si riferisce alla Storia dell’Arte, ricercando gli indizi visivi che innescano il processo della creazione. Stiamo vivendo un momento difficile, tra epidemie, conflitti, esodi, violenze che fanno pensare a un ricorso della Storia, al Seicento, al “Secolo di Furore” che vide nascere le creazioni del Pio Monte della Misericordia.
Ex Novo mette in luce i sentimenti di empatia e compassione nei confronti delle persone fragili e vulnerabili. Sono sei immagini che da aprile a
settembre del 2022 fanno ala intorno al capolavoro di Caravaggio, le Sette opere di Misericordia. Liberamente ispirate a dettagli della grande pittura barocca, interpretano la missione etica e solidale del Pio Monte secondo le logiche e le urgenze del nostro tempo.

Hasselblad Masters 2021

finalist Architecture

Song ‘e mare

permanent installation in Scampia Station, Naples Metro Subway

Regione Campania – EAV – Fondazione Plart

December 2019

Luciano Romano’s portraits for Scampia Station in Naples Subway, December 2019 

“Music cannot be posed, because of its nature, it escapes from any visual representation”. Still, in photographing music, the artist has found a metaphor just as credible as all the things that compose the Scambiapassi project: the sea, in its endless flow and inspiration, and our shimmering relationship with it.  A sea that – with its gulf that shines at the “Sole mio” or under the glimmer of the stars and a “Luna Rossa” – has inspired a lot of Neapolitan music, but in Scampia, as in many other central districts of Naples, it seems historically and creatively so distant (after all, Anna Maria Ortese wrote that “The sea does not flow through Naples”). But it is the sea, indeed, that brings the harmonic evocation and rhythmic excitement of singing and music, making themselves “a possible representation” of their very “raison d’être”. Fourteen full-length pictures of Neapolitan musicians and singers, portrayed in black and white at the encounter between solar backlight and artificial lighting, placed along the same horizon line, the one among sea and sky, while they take a step forward, moving closer or going away, in a constant dynamic between scene and background, light and shadow, masculine and feminine, cultured and popular, memory and intuition. As if, even fixed on the photographic paper, these images return us the motion itself of the creative process from which Neapolitan songs and melodies were all originated on the shores of this gulf. The matrix structure of these portraits turns out to be the image of the German artist Joseph Beuys (Krefeld, 1921 Düsseldorf, 1986) We Are The Revolution (1971): every note and every chord of hope or desperation, seem to be recalled from this gesture that demands our attention and participation… “If I have tochoose an image, the Neapolitan music inhabits my thoughts like this”… And here there is another surprising reference in the genesis of Scambiapassi: precisely of a conception of art understood and practiced by Beuys as inclusion and activation, in a research that leads to the same level of existential event and maieutic and formative function of artistic acting. The art-life relationship originated from the Beuys’ Soziale Plastik, subverts an experience of artwork as a fetishistic object to contemplate for assuming an anthropological value and a democratic function of responsibility towards every human being, solicited to participate in the society’s decision mechanisms and to be committed actively, critically, responsibly. We Are The Revolution, therefore, is not only the image taken at Casa Orlandi in Anacapri becoming the manifesto published for the artist’s first personal exhibition in Naples, on 13th of November 1971, at the Lucio Amelio gallery. But it is also, and above all, a code word that seems to reverberate up to a public art project such as Scambiapassi, indeed, will be. (Andrea Viliani)

Le immagini fotografiche di Luciano Romano per la stazione metro di Scampia, dicembre 2019

“La musica non la puoi mettere in posa, per sua natura sfugge a ogni rappresentazione visiva”. Eppure, nel fotografare la musica, l’artista ha reperito una metafora altrettanto verosimile, come lo è tutto ciò che compone il progetto Scambiapassi: il mare, nel suo flusso e ispirazione senza fine, e il nostro cangiante rapporto con esso. Un mare che – con il suo golfo che risplende al “Sole mio” o sotto il baluginio delle stelle e di una “Luna rossa” – ha ispirato molta della musica napoletana, ma che a Scampia, come in molti altri quartieri anche centrali di Napoli, storicamente e creativamente sembra invece così distante (scriveva del resto Anna Maria Ortese che Il mare non bagna Napoli). Ma è appunto il mare che porta con sé l’evocazione armonica e l’eccitazione ritmica del canto e della musica, facendosi “possibile raffigurazione” della loro stessa “ragion d’essere”. Quattordici fotografie di musicisti e cantanti napoletani a figura intera, ritratti in bianco e nero all’incontro fra controluce solare e illuminazione artificiale, posti lungo la stessa linea d’orizzonte, quella fra mare e cielo, mentre fanno un passo in avanti, avvicinandosi o allontanandosi, in una costante dinamica fra scena e retroscena, luce e ombra, maschile e femminile, colto e popolare, ricordo e intuizione. Come se, pur fissate sulla carta fotografica, queste immagini ci restituissero il moto stesso del processo creativo da cui canzoni e melodie napoletane sono scaturite, tutte, in riva a questo golfo. La struttura-matrice di questi ritratti si rivela essere l’immagine dell’artista tedesco Joseph Beuys (Krefeld, 1921-Düsseldorf, 1986) La rivoluzione siamo noi (1971), riportata sul manifesto della mostra personale alla Modern Art Agency di Lucio Amelio e realizzata mentre l’artista era ospite di Pasquale e Lucia Trisorio alla Casa Orlandi di Anacapri: ogni nota e ogni accordo, di speranza o di disperazione, sembrano richiamati da questo gesto che reclama la nostra attenzione e partecipazione… “Se proprio devo scegliere un’immagine, la musica di Napoli abita così i miei pensieri”… Ed ecco un altro riferimento sorprendente nella genesi di Scambiapassi: quello appunto a una concezione dell’arte intesa e praticata da Beuys come inclusione e attivazione, in una ricerca che conduce sullo stesso piano vicenda esistenziale e funzione maieutica e formativa dell’agire artistico. Il rapporto arte-vita che scaturisce dalla Soziale Plastik beuysiana sovverte un’esperienza dell’opera d’arte come oggetto feticistico da contemplare per assumere un valore antropologico e una funzione democratica di responsabilizzazione nei confronti di ogni essere umano, sollecitato a partecipare ai meccanismi decisionali della società e a impegnarvisi attivamente, criticamente, responsabilmente. La Rivoluzione Siamo Noi non è quindi solo l’immagine scattata a Casa Orlandi ad Anacapri e diventata il manifesto pubblicato per la prima mostra personale dell’artista a Napoli, il 13 novembre 1971, presso la galleria di Lucio Amelio. Ma è anche, anzi soprattutto, una parola d’ordine che sembra riverberarsi fino a un progetto d’arte pubblica quale è, appunto, Scambiapassi.  (Andrea Viliani)

 

News 2

Campania Mirabilis

Royal Palace of Caserta June – September 2018

Hasselblad Masters 2018 Finalist Architecture

The photography Show by AIPAD New York

Pier 94, SR Contemporary, March April 2017

Luciano Romano / Le regard oblique

Photographs by Luciano Romano Texts by Michel Serres, Giulio Paolini and Luciano Romano

5 continents edition, May 2017

Cover Casa VOGUE n° 47 April 2017

Milan Design Week  

 

News 3

Robert Rauschenberg – Tate Modern, London

1 December 2016 – 2 April 2017

Robert Rauschenberg among friends – MoMA, New York

21 May 2017 – 17 September 2017

Luciano Romano Set design by Rauschenberg for Trisha Brown Dance Company’s  Lateral Pass, Teatro di San Carlo


Hasselblad Masters 2016
Finalist / Landscape

Hasselblad Masters 2014 Finalist / Architecture

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Sconfinamenti#3 

Spoleto, 58° Festival dei Due Mondi 2015

Curated by Achille Bonito Oliva

June-July 2015
Installations in the main room by Mimmo Jodice, Antonio Biasiucci, Marco Delogu, Luciano Romano

Rocca Albornoz, Spoleto, PG Italy

Luciano Romano
Spirali (2014), polittico
n° 3 pigment prints on cotton paper, 160×122 cm, edition of 6

Music by Arvo Pärt

project and production Change performing Arts

SCONFINAMENTI#3 a cura di Achille Bonito Oliva

SCONFINAMENTI#3 a cura di Achille Bonito Oliva

SCONFINAMENTI#3 a cura di Achille Bonito Oliva

Photobiennale Moscow 2014 

curated by Olga Sviblova

Multimedia Art Museum, Moscow / Moscow House of Photography Museum

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Shirin Neshat: Don’t Ask Where the Love Is Gone
Photography by Luciano Romano
Commissioned by Comune di Napoli / Stazione Toledo / Metropolitana di Napoli spa
Project by Change Performing Arts, Milan
Curated by Achille Bonito Oliva, Produced by Franco Laera
Courtesy of the artist and Gladstone Gallery, New York and Brussels
OPENING Preview 12/03/2014
http://www.mamm-mdf.ru/en/exhibitions/shirin-neshat/

Toledo Station – Naples Metro Subway

18/09/2013  Don’t ask where the love is gone   permanent installation conceived for the Toledo Station in the Naples Underground by  Shirin Neshat, photography by Luciano Romano. Curated by Achille Bonito Oliva, project and production: Change Performing Arts

18/09/2013 Don’t ask where the love is gone  installazione permanente creata per la Stazione Toledo della Metropolitana di Napoli da Shirin Neshat,  con fotografie di  Luciano Romano.  A cura di Achille Bonito Oliva, progetto e produzione: Change Performing Arts.

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An intense dramatic force characterizes the installation of nine large portraits in black and white made by one of the most charismatic personalities of the contemporary scenario, Shirin Neshat, visual artist and filmmaker of Iranian origin. For this work Neshat has chosen a neapolitan artist and photographer, Luciano Romano, and nine performers from the Neapolitan scene. The title of the work explicits as much the inspiration to the correspondence relationship between the theatrical fiction and real life, as the desire to represent, through nine different expressions of the body, the feeling of loss and separation.

Nove attori più o meno noti descrivono un passaggio di emozioni, dallo smarrimento della giovane ragazza che apre la serie alla furia rabbiosa dell’uomo più anziano che chiude la sequenza, attraverso nove stati emotivi dove lo sgomento lascia il passo alla consapevolezza e alla rabbia. Il concept del lavoro nasce nel 2011 sulla spinta emotiva degli eventi della Primavera Araba, quando il dramma individuale del singolo riesce a trovare una dimensione di protesta collettiva. Shirin Neshat si è resa conto tuttavia che non poteva trasferire semplicemente la sua idea alla contraddittoria realtà di Napoli, e a questo punto ha ridimensionato la valenza politica del suo progetto per concentrarsi sull’aspetto più marcatamente individuale e umano. La scelta della luce rimanda a quei quadri del seicento dove artisti quali Caravaggio, Ribera o Artemisia Gentileschi, venendo da altri contesti culturali, arrivati a Napoli spingono non a caso sulla dimensione fortemente teatrale delle loro opere. Chi è stato testimone delle riprese potrà raccontare che mai nessuno è stato messo in posa (e da qui la scelta di servirsi di Luciano Romano, un fotografo conosciuto per la padronanza del linguaggio, della luce e del tempo teatrale), che migliaia di scatti sono stati prodotti e decine di attori e personaggi legati al teatro si sono avvicendati davanti all’obiettivo. Shirin Neshat regista del film “Donne senza uomini” Leone d’Argento al Festival del Cinema di Venezia, è un’artista visiva profondamente legata alla dimensione umana, ed è stata abilissima nel suggerire agli attori di non recitare una pièce, ma di raccontare i propri drammi personali, grandi o piccoli che fossero, riuscendoci in pieno. Nove episodi, da scrutare attraverso nove finestre, metafora delle mezze porte dei bassi contigui, dove le storie individuali si trasformano loro malgrado in una dimensione corale.

 

News 4

Prix Filaf d’Or 2013

Le Filaf d’Or was given this year to the book  Gustav Klimt, Yout l’œuvre peint, by Tobias G. Natter, published by Taschen in four languages, , featuring a complete photographic work of the Stoclet Frieze in Bruxelles commissioned exclusively for this book to Luciano Romano.  Filaf, the main international festival dedicated to art books and films, awarded a series of prizes to selected participants, during a ceremony held in Perpignan, Fance on 29 June 2013. This year’s jury consisted of Jean-Paul Boucheny, director and producer;  Jennifer Flay, director of FIAC; Line Ouellet, director of the National Museum of Art in Québec; Éric de Chassey, director of the Académie de France in Rome and Laurent Le Bon, director of the Centre Pompidou-Metz

Il Premio Filaf d’Or  è stato assegnato quest’anno al volume Gustav Klimt, Tout l’œuvre peint, di Tobias G. Natter, pubblicato da Taschen in quattro lingue, che presenta una grande e inedita campagna fotografica del Fregio Stoclet a Bruxelles commissionata in esclusiva per questo volume a Luciano Romano. La Giuria del Prix Filaf, il principale festival internazionale dedicato al libro  e al film d’arte era composta da: Jean-Paul Boucheny, regista e produttore; Jennifer Flay, direttrice della FIAC; Line Ouellet, direttrice del National Museum of Art, Québec; Éric de Chassey, direttore dell’ Accademia di Francia a Roma e Laurent Le Bon, direttore del Centre Pompidou-Metz

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Miami, Main Library Auditorium – June 22 – August 7, 2013

San Francisco, The Italian American Museum – December 5, 2013 – January 26, 2014 

An itinerant exhibition, with 150 works by renowned photographers and images from famous films shot on UNESCO World Heritage Sites in Italy. The exhibition aims at showcasing Italy’s 47 properties inscribed on the World Heritage List. Photographers include some of the most notable Italian contemporary artists: Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Luca Campigotto, William Guerrieri, Vittore Fossati, Mimmo Jodice, Giuseppe Leone, Raffaela Mariniello, Luciano Romano and  Ferdinando Scianna.

Una mostra itinerante con 150 opere di celebri fotografi e un montaggio cinematografico con scene tratte da celebri film aventi per tema i siti  del Patrimonio dell’Umanità UNESCO in Italia. La mostra presenta i 47 siti iscritti nella World Heritage List attraverso lo sguardo di artisti della fotografia contemporanea quali Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Luca Campigotto, William Guerrieri, Vittore Fossati, Mimmo Jodice, Giuseppe Leone, Raffaela Mariniello, Luciano Romano e  Ferdinando Scianna.

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