Song ‘e mare
Regione Campania
EAV
Fondazione Plart
Le immagini fotografiche di Luciano Romano per la stazione metro di Scampia, dicembre 2019
“La musica non la puoi mettere in posa, per sua natura sfugge a ogni rappresentazione visiva”. Eppure, nel fotografare la musica, l’artista ha reperito una metafora altrettanto verosimile, come lo è tutto ciò che compone il progetto Scambiapassi: il mare, nel suo flusso e ispirazione senza fine, e il nostro cangiante rapporto con esso. Un mare che – con il suo golfo che risplende al “Sole mio” o sotto il baluginio delle stelle e di una “Luna rossa” – ha ispirato molta della musica napoletana, ma che a Scampia, come in molti altri quartieri anche centrali di Napoli, storicamente e creativamente sembra invece così distante (scriveva del resto Anna Maria Ortese che Il mare non bagna Napoli). Ma è appunto il mare che porta con sé l’evocazione armonica e l’eccitazione ritmica del canto e della musica, facendosi “possibile raffigurazione” della loro stessa “ragion d’essere”. Quattordici fotografie di musicisti e cantanti napoletani a figura intera, ritratti in bianco e nero all’incontro fra controluce solare e illuminazione artificiale, posti lungo la stessa linea d’orizzonte, quella fra mare e cielo, mentre fanno un passo in avanti, avvicinandosi o allontanandosi, in una costante dinamica fra scena e retroscena, luce e ombra, maschile e femminile, colto e popolare, ricordo e intuizione. Come se, pur fissate sulla carta fotografica, queste immagini ci restituissero il moto stesso del processo creativo da cui canzoni e melodie napoletane sono scaturite, tutte, in riva a questo golfo. La struttura-matrice di questi ritratti si rivela essere l’immagine dell’artista tedesco Joseph Beuys (Krefeld, 1921-Düsseldorf, 1986) La rivoluzione siamo noi (1971), riportata sul manifesto della mostra personale alla Modern Art Agency di Lucio Amelio e realizzata mentre l’artista era ospite di Pasquale e Lucia Trisorio alla Casa Orlandi di Anacapri: ogni nota e ogni accordo, di speranza o di disperazione, sembrano richiamati da questo gesto che reclama la nostra attenzione e partecipazione… “Se proprio devo scegliere un’immagine, la musica di Napoli abita così i miei pensieri”… Ed ecco un altro riferimento sorprendente nella genesi di Scambiapassi: quello appunto a una concezione dell’arte intesa e praticata da Beuys come inclusione e attivazione, in una ricerca che conduce sullo stesso piano vicenda esistenziale e funzione maieutica e formativa dell’agire artistico. Il rapporto arte-vita che scaturisce dalla Soziale Plastik beuysiana sovverte un’esperienza dell’opera d’arte come oggetto feticistico da contemplare per assumere un valore antropologico e una funzione democratica di responsabilizzazione nei confronti di ogni essere umano, sollecitato a partecipare ai meccanismi decisionali della società e a impegnarvisi attivamente, criticamente, responsabilmente. La Rivoluzione Siamo Noi non è quindi solo l’immagine scattata a Casa Orlandi ad Anacapri e diventata il manifesto pubblicato per la prima mostra personale dell’artista a Napoli, il 13 novembre 1971, presso la galleria di Lucio Amelio. Ma è anche, anzi soprattutto, una parola d’ordine che sembra riverberarsi fino a un progetto d’arte pubblica quale è, appunto, Scambiapassi.
Andrea Viliani
